mercoledì, dicembre 28, 2016

Il nonno

Il nonno Alberto era papà di mio papà.
Gli assomigliava molto sia fisicamente che caratterialmente, papà aveva per lui una vera venerazione. Raramente ho trovato in altri lo stesso amore, rispetto e condivisione per i temi della vita come in mio padre per suo padre.
Incredibilmente il mio rapporto con il nonno era lo stesso che avevo con papà: amore e rispetto, desiderio di dimostrazioni d'affetto e  soggezione, per cui i miei ricordi sono molto penalizzati dalla mancanza di una vera relazione.
Per diversi anni abbiamo trascorso le vacanze estive a casa dei nonni paterni, ma del nonno Alberto non ricordo molto. Solo dei flash, immagini di una persona anziana, un po' ingobbito, sempre severo , sempre  in polemica con la nonna.
Ricordo le interminabili partite a carte con mio padre e i suoi fratelli. Pomeriggi estivi trascorsi seduti all'ombra sotto il limone, facendo di una partita a scopa o a scopone una cosa seria con discussioni, analisi delle giocate e così via, mentre noi bambini sciamavamo ridendo e gridando felici della libertà che l'estate ci offriva.
Lo ricordo più giovane, ancora in grado di muoversi da solo. La mattina si alzava presto, prendeva la corriera e andava a Trapani per sbrigare chissà quali incombenze. Prima di pranzo tornava fischiettando un motivetto che noi nipoti conoscevamo bene. Lo sentivamo ancora prima di vederlo svoltare dall'angolo più lontano e gli correvano incontro sicuri delle caramelle che ci avrebbe regalato. Infatti, eccolo infilare la mano in tasca e tirar fuori una manciata di caramelle, merce rara allora.
Questo era il nonno Alberto: un uomo di una rara dirittura morale che, malgrado il suo modesto lavoro di calzolaio, ha saputo educare rigorosamente i suoi figli e che, attraverso loro, ha lasciato un'impronta che è giunta fino a noi.


 Pasta alla Norma

360 gr. di penne rigate o maccheroni
600 gr. di pomodori perini
1 grossa melanzana
ricotta salata da grattuggiare
basilico
1 spicchio d’aglio
olio extra vergine di oliva


Tagliate la melanzana a fette spesse 1 cm e disponetele a strati in uno scolapasta con un po’ di sale. Lasciatele per un’ora, con un peso sopra, a spurgare l’acqua di vegetazione.
Preparate la salsa passando i pomodori nel passatutto. Dopodiché mettete l’aglio in una casseruola con un po’ d’olio d’oliva extravergine e lasciatelo imbiondire. Aggiungete la passata di pomodoro, qualche foglia di basilico, un po’ di sale e lasciate cuocere per circa 15 minuti.
Friggete le fette di melanzane in abbondante olio e poi asciugate l’olio in eccesso con della carta assorbente.
Tenete 4 fette intere per decorare i piatti, le altre tagliatele a listarelle e passatele nella casseruola della salsa di pomodoro.
A questo punto mettete a cuocere la pasta, una volta cotta scolatela e ripassatela per pochi secondi nella casseruole della salsa.
Versate la pasta nei piatti, mettete sopra la fetta di melanzana intera e spolverate con abbondante ricotta salata grattuggiata.

3 commenti:

Unknown ha detto...

Il ricordo del nonno Alberto è molto simile a quello che ho del mio, il nonno Vito suo figlio, anch'io ricordo il suo fischio, ma ricordo anche le coccole e il timore che incuteva...

Anna-Marina ha detto...

Lo ricordo molto anziano, al mattino seduto all'ombra dell'ibuscus, davanti la porta di casa con i piedi poggiati sulla seggiolino dove stavo io, al pomeriggio sul marciapiede di fronte perché l'ombra si era spostata e io sempre lì, sulla seggiolina di legno. E lui mi insegnava le filastrocche in siciliano che ancora ricordo. "luna luna Santa luna....zugu zugu mulineddu..." Che bello ricordare!

Anna-Marina ha detto...

L
L'ibuscus è un'antica pianta ormai scomparsa, ma egregiamente sostituita dall'ibiscus...ahahahah!!!